Quello splendido castello fu barbaramente raso al suolo due volte. Ma la storia ha la memoria lunga e così Lorenzo dei Medici nel 1488 risvegliò il genius loci mai sopito. Poggio Imperiale fu scelto come avamposto militare per la difesa fiorentina contro Siena, ma quelle mura che oggi ammiriamo in tutto il loro splendore non evocano affatto la guerra, ma accendono in chi le contempla un senso di maestosità e di bellezza. Il progetto del maestro Giuliano da Sangallo fu ispirato dalla visione tipicamente rinascimentale dello stesso Lorenzo il Magnifico di città fortificata IDEALE , costruita a misura umana.
I tentativi di soddisfare il canone vitruviano avevano importanti risvolti simbolici nel Rinascimento . La teoria del microcosmo si basava infatti sull’idea che l’uomo fosse il riflesso di un ordine superiore, quasi un’entità che reca in sé gli elementi che compongono il mondo intero.
Anche nell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, le varie parti del corpo vengono messe in relazione con il corpo intero, dando luogo ad una serie di rapporti e proporzioni che faranno da riferimento in termini di misure, per la realizzazione di qualsiasi figura umana, per i successivi studi anatomici e delle figure in movimento.
Si tratta della DIVINA PROPORZIONE, o sezione aurea, un rapporto matematico appunto, che rappresentò la migliore proporzione estetica possibile, il canone di bellezza cui ispirarsi per ogni composizione artistica, dall’architettura alla pittura.
La Divina Proporzione, la chiave universale per penetrare i misteri della bellezza e anche della natura .
La Fortezza di Poggio Imperiale, o Cassero di Poggibonsi, con la sua bellissima forma pentagonale, è dunque un’opera costruita seguendo i canoni della Divina Proporzione. Ed è un luogo che simbolicamente celebra l'uomo ponendolo al centro dell'Universo e che racchiude in sé tutte le meraviglie della teoria di Vitruvio, riprese poi da Leonardo e da Di Giorgio Martini nel Rinascimento.